La parola “rinnovamento” è stata negli ultimi anni il punto cardine di molte software house di tutto il globo. Per molte questa idea ha portato tanta gioia e tanta gratitudine da parte dei fan videoludici, che volentieri preferiscono un gameplay scattante e action ad uno lento e ragionato. Capita però che questa voglia di rinnovamento porti a delle catastrofi stratosferiche, generando un crollo delle più belle saghe mai create nel tentativo di modificare un gameplay solido come una roccia ormai consolidatosi negli anni e apprezzato da milioni di giocatori. Tra tutte quelle saghe, quella magica parolina si è impossessata di una saga quale Sacred.
Perdita di identità: Se i fan della serie si aspettano un gioco di ruolo, purtroppo resteranno molto delusi dal nuovo Sacred 3. Esplorazioni infinite, centinaia di armi ed equipaggiamenti, alberi degli abilità personalizzabili, tutti gli elementi dell’ RPG hack’n’slash più amato al mondo verranno meno in questo nuovo capitolo, lasciando spazio a tutt’altro. Ci si troverà di fronte ad un gameplay simile a quello già visto in altri titoli come Lara Croft and the Guardina of Light. Il nostro personaggio dovrà avventurarsi tra orde di nemici per giungere alla fine del livello, utilizzando un attacco base, uno spezza guardia, una capriola e due abilità di combattimento legate al personaggio scelto. E poi? E poi basta, finisce tutto così… Il sistema di controlli risulta comodo per i controller, e bisogna capire come gli sviluppatori lo adatteranno a mouse e tastiera. Come accennato, si potrà optare tra diversi personaggi, ognuno con abilità specifiche alla propria classe Tutte le abilità potranno essere sbloccate tramite l’utilizzo di monete d’oro da raccogliere nel corso della nostra avventura, unite alla quantità di esperienza necessaria. Sarà possibile interagire, tramite la modalità cooperativa sia online che in locale, con altri tre amici. Nonostante possa risultare un gaio trastullo per risate in compagnia, la modalità cooperativa tenderà a semplificare non poco i combattimenti, essendo i nemici relativamente poco forti, in aggiunta alla possibilità di resuscitare i propri compagni deceduti con la pressione di un semplice pulsante. Completare il gioco potrebbe di fatto diventare un gioco da ragazzi.
Ti farò un ritratto: Se nel comparto gameplay la delusione potrebbe essere elevata, il comparto tecnico-artistico rende il tutto abbastanza gradevole. I paesaggi tipici della saga, ricchi di atmosfera e profondità, regalano ancora momenti di spettacolarità, così come le musiche, che accompagnano il giocatore adattandosi ai vari ritmi dell’avventura. Ognuno di questi livelli presenta peculiarità e varietà di nemici, dai semplice banditi ai mostri spettrali presenti nei cimiteri oscuri. Poiché l’aria del rinnovamento aleggia costantemente sulla testa degli sviluppatori, la grafica tende a fondere lo stile realistico a quello cartoon, decretando anche in questo frangente un distacco con i suoi predecessori. E nonostante i filmati di intermezzo siano interamente dipinti a mano, la trama sembra aver perso quella profondità tipica di Sacred, divenendo banale e tratti addirittura forzata. Ci si aspetta un miglioramento da questo punto di vista, essendo forse questa l’unica modifica che la software house si appresterà a fare.
Capita spesso che i cambiamenti e le rivoluzioni portino ventate di freschezza e novità, soprattutto nel mondo dei videogiochi. C’è da dire però che spesso il tempo aiuta, e che magari alcuni cambi di rotta debbano essere fatti con più calma, senza catapultare il giocatore in un nuovo mondo di gioco senza alcun preavviso. Le aspettative sono tutt’altro che ottimistiche, valutando quali e quanti cambiamenti siano stati fatti senza il minimo preavviso. Uno shock che non passerà inosservato.