Gli Australian Open, primo Slam dell’anno, hanno regalato grandi emozioni e altrettante sorprese a cominciare dai nomi dei vincitori: se quello della cinese Na Li era auspicabile – anche dopo la prematura uscita della favorita numero 1, Serena Williams -, non si può di certo dire la stessa cosa per Stanislas Wawrinka, che ha sorpreso tutti sconfiggendo in finale un Nadal tormentato da forti dolori alla schiena. Lo svizzero porta a casa il suo primo Slam e, grazie a questo exploit, sale al terzo posto nel ranking ATP. Ma ripercorriamo il cammino dei vincitori dai quarti di finale sino al loro successo, partendo dal tabellone maschile:
Wawrinka, testa di serie numero 8, ai quarti ha sconfitto il numero 2 al mondo e detentore del titolo Novak Djokovic al termine di una battaglia di 4 ore terminata 9-7 al quinto. Lo svizzero, galvanizzato da questo successo, non si è lasciato sfuggire l’occasione per cogliere la prima finale in un torneo del grande Slam, sconfiggendo in 4 set il bombardiere ceco Berdych col punteggio di 6-3 6-7 7-6 7-6. In finale l’avversario era la sua bestia nera, Rafa Nadal, che nelle 12 precedenti sfide lo aveva sempre battuto. Lo spagnolo aveva eliminato ai quarti la giovane promessa bulgara Dimitrov, al quale aveva concesso 1 set, e in semifinale aveva avuto la meglio di Roger Federer in 3 set.
La finale è partita subito bene per lo svizzero che si porta a casa il primo set per 6-3 grazie al break nel quarto gioco. Nel secondo set, sul punteggio di 2-1 e servizio per Wawrinka, Nadal avverte un dolore alla schiena chiedendo il medical timeout per le cure del caso. Il pubblico fischia lo spagnolo al rientro, temendo fosse un giochetto per distrarre lo svizzero, in pieno controllo del match, ma capisce subito che il problema è serio: Wawrinka vince il secondo set 6-2 e Nadal sembra pensare al ritiro. Il terzo set inizia con un paio di palle break per lo svizzero nel primo gioco, ma Rafa le annulla prontamente Quando nessuno se l’aspettava, Wawrinka va in tilt: lo svizzero inizia a sbagliare colpi facili e regala il terzo set allo spagnolo, che sembra essermi un minimo ripreso ma che non ha la solita mobilità che lo contraddistingue.
Stan però sente il profumo della prima vittoria in un torneo Slam e inizia a macinare quel gioco fantastico dei primi 2 set, costringendo Nadal alla resa finale. Game, set & match Stanislas Wawrinka, il quale durante la cerimonia della premiazione si è dichiarato dispiaciuto per il dolore alla schiena che ha facilitato la sua vittoria. Nessuno ne avrà la controprova ma, se lo svizzero avesse mantenuto il livello di gioco dei primi 2 set, anche un Nadal integro fisicamente avrebbe fatto fatica a vincere.
Nel tabellone femminile a trionfare è la cinese Na Li, al termine di un torneo pressochè perfetto – solo un set concesso, alla ceca Safarova ai sedicesimi-. Ai quarti la cinese numero 4 del seeding ha sbarrato la strada alla nostra Flavia Pennetta, sconfitta con un doppio 6-2 mentre in semifinale ha posto fine ai sogni della giovane promessa canadese Bouchard (classe ’94) col punteggio di 6-2 6-4. Nell’atto conclusivo sfidava la slovacca Dominika Cibulkova, numero 20 del torneo, che si è sbarazzata ai quarti della Halep e in semifinale della polacca Radwanska.
Alla prima finale slam, la slovacca parte visibilmente contratta e perde il servizio nel primo game, recuperandolo prontamente al sesto gioco. Il primo set si decide al tiè break, con la Li che sfrutta la sua maggior esperienza aggiudicandoselo per 7 a 3. La Cibulkova subisce il contraccolpo e cede di schianto: la cinese vince anche il secondo set senza regalare alcun game: 7-6 6-0 il punteggio finale, con la Li che si aggiudica il secondo slam, dopo la vittoria al Roland Garros nel 2011, quando sconfisse in finale la nostra Francesca Schiavone. Grazie al successo, la cinese supera la Radwanska in classifica, agguantando il terzo posto, e mettendo nel mirino la seconda posizione della bielorussa Azarenka, distante solamente 11 punti. La Cibulkova, con i punti della finale, raggiunge il 13°posto, non molto distante dalla TOP 10.