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Borderlands: The Pre-Sequel

Nonostante gli scandali e le controversie che hanno visto come protagonista la Gearbox Software, l’annuncio di un nuovo capitolo della saga Borderlands ha destato l’interesse di molti fan ( e purtroppo forse solo di quelli). Sarà forse per la febbre della next gen che ha fatto scendere l’entusiasmo nei confronti dei titoli current gen only, o forse questo Borderlands non sembra troppo diverso dai predecessori, fatto sta’ che il clamore legato all’annuncio di questo titolo non ha uguagliato quello dei precedenti. Ma nonostante questo, gli elementi che possono rendere interessanti questo nuovo capitolo non mancano.

Partiamo col dire che Borderlands: The Pre-Sequel non è uno spin-off o un gioco ridotto, ma si tratta in tutto e per tutto di un nuovo capitolo della saga. In quanto tale preserva il gameplay originale dei primi due titoli, seppur con qualche innovazione, restando fortemente incentrato sul multiplayer cooperativo, struttura cardine della serie. I nuovi elementi del gameplay sono principalmente legati alla particolare ambientazione del gioco, che si sposta da Pandora alla luna che vi orbita intorno, Elpis. Questo satellite naturale presenta ostilità, mancanza di atmosfera ed una gravità molto più bassa rispetto al pianeta cardine. Da supporre è quindi l’introduzione di nuove meccaniche di gioco completamente inedite, dalla gestione dell’ossigeno fino alle evidenti differenze nei movimenti. Saltare da distanze notevoli e cadere da altezze vertiginose non sarà un problema, grazie alla ridotta gravità che, con il supporto di retro-razzi, permetterà al protagonista non diventare una frittata sul suolo. Questa sostanziale quanto importante differenza con la gravità normale permetterà di variare anche le proprie tattiche di attacco, cogliendo i nemici di sorpresa anche dall’alto con una pioggia di proiettili. E se i proiettili non dovessero bastare, si può ricorrere a quello che gli sviluppatori chiamano “butt-slam” -“colpo con le chiappe” – che genera un attacco tellurico dopo aver eseguito un bel salto verso il cielo, che può mettere fuori combattimento i nemici presenti in una piccola area. L’ossigeno è la seconda dinamica di sostanziale differenza nel gameplay, ma non ad un livello tale da poter annoverare questo Borderlands un “survival game”; le stazioni di ossigeno in cui poter ricaricare la propria barra sono disposte in modo uniforme nella mappa e sono facilmente accessibili nel corso della storia. La riserva massima conta comunque diversi minuti di autonomia, abbastanza da permettere al giocatore di compiere medi tragitti o terminare battaglie contro i propri nemici. Se non dovesse però bastare, sarà possibile interrompere lo scontro per andarsi a rifornire e riempire la riserva di nuovo ossigeno.

Chi ha giocato al precedente Borderlands sa chi è Jack il bello. Per chi non lo sapesse, è il cattivo di turno pronto a fare in mille pezzi chiunque gli metta i bastoni tra le ruote. La sua presenza su Elpis è giustificata dal tentativo di creare un grande esercito di robot, in quanto la luna di Pandora sembra contenere tutte le risorse necessarie. Questa volta il giocatore, invece di doversi scontrare con il suddetto, si vedrà alleato del famigerato cattivo, potendo così selezionare il proprio personaggio da una nuova rosa di quattro personaggi, ognuno legato ad una precisa classe. Nisha, combattente cowgirl, è dotata di doppie armi da fuoco; Athena è una guerriera con spada e scudo capace di agire come boomerang; Wilhelm è il tank dotato di droni, mentre Claptrap per la prima volta sarà un personaggio giocabile (da NPC robotico qual’era). Ogni classe potrà essere sviluppata dall’apposito albero delle abilità, alcune delle quali possono rivelarsi parecchio utili se usate al momento giusto.

Ma nonostante tutte le novità relative al gameplay legate alla nuova ambientazione, il prodotto finale sarà, dal punto di vista tecnico, molto vicino agli altri Borderlands visti e giocati in passato. Essendo questo un titolo per PC e old-gen, non ci si potranno attendere novità nel comparto grafico, senza nulla togliere a quello attuale, che resta comunque graficamente buono, grazie ad un cel-shading ( tecnica di modellazione 3D che rende tutto “cartoonesco”) molto accattivante. Per chi crede che la saga abbia bisogno di un salto di qualità dal punto di vista tecnico, dovrà attendere il prossimo, eventuale capitolo di Borderlands per current-gen.